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Il complesso monumentale di Donnaregina rappresenta un unicum nel panorama del centro storico napoletano dove gli edifici più antichi sono stati trasformati dalla ridondante decorazione barocca che, dopo il Concilio di Trento, ha invaso con intarsi marmorei, pareti e pavimenti a danno delle pitture precedenti. In questa insula monacale francescana si conservano, invece, testimonianze dell′antico convento e delle due chiese originarie, quella medioevale e quella seicentesca concepite, fino agli anni Trenta del Novecento, come un′unica struttura con un corridoio che, come una sorta di cordone ombelicale, univa oltre alle absidi, passato e presente, consentendo alle clarisse di spostarsi senza uscire dai luoghi della clausura. Oggi, attraverso le originarie architetture e decorazioni, possiamo ritrovare rari esempi di storia dell′arte napoletana e dell′ordine francescano. In occasione dell′apertura del Museo Diocesano di Napoli, che si snoda all′interno della chiesa barocca rimasta chiusa per molti anni, sono ritornate opere di grande pregio come lannuncio e lmmacolata Concezione del 1646, del lorenese Charles Mellin, nella prima cappella a sinistra; San Francesco che riceve i simboli della beatificazione e della santità, rara iconografia del Solimena, nella terza cappella a destra; e la tenera Madonna con Bambino di Massimo Stanzione, posta nella sacrestia.Il percorso museale è composto dai temi significativi della fede cristiana vissuta e manifestata nella Chiesa Napoletana: al piano navata, si trova la rappresentazione di San Gennaro, patrono di Napoli e la raffigurazione di Maria, modello di vita per i cristiani. Al piano superiore il primo tema è quello del Mistero e Sacrificio del Cristo, seguito da quello dei Martiri e poi dalla Vita consacrata di quanti hanno manifestato la Fede attraverso il monachesimo o gli ordini religiosi. Questi temi della Cristianità trovano descrittori formidabili in pittori come Andrea Vaccaro, Paolo de Matteis e Luca Giordano; ma anche, nel fiammingo Teodoro Derrico , in Francesco Solimena, Aniello Falcone, e Marco Pino da Siena. Inoltre entrando nel Museo, che si estende per ben 3000 mq, si potrà scoprire, nella sala dei Preziosi, la rara Stauroteca del XII secolo custode di un frammento della Croce del Cristo e la tavola a tempera del Trecento con fondo doro, che rappresenta un ritratto dell′arcivescovo di Napoli Umberto Di Ormont. Tavole, tele, affreschi, sculture, ori e argenti tante le opere da ammirare, un tempo chiuse in depositi e casseforti, la cui disposizione mette in evidenza i momenti più salienti dei temi scelti, grazie al quale il Museo Diocesano diviene, secondo le parole di Sua Eminenza Crescenzio Sepe punto di riferimento sia per una sapiente rivisitazione della storia credente della Comunità locale espressa nella forma delle arti, sia per una lettura culturale altrettanto sapiente dell′oggi. I due percorsi, quello medioevale e quello barocco si completano, formano una sinergia unica che ci conduce lungo il filo della storia dellarte napoletana in cui ritrovare le nostre radici e quelle della nostra fede.
The monumental complex of Donnaregina represents a unicum in the panorama of the Neapolitan historic center where the oldest buildings have been transformed by the redundant Baroque decoration which, after the Council of Trent, has invaded with marble inlays, walls and floors to the detriment of the previous paintings. In this Franciscan monastic insula, however, testimonies of the ancient convent and the two original churches, the medieval and the seventeenth-century one, conceived, up to the 1930s, as a single structure with a corridor are preserved which, like a sort of cordon umbilical, in addition to the apses, it united past and present, allowing the Poor Clares to move without leaving the places of the enclosure. Today, through the original architecture and decorations, we can find rare examples of the history of Neapolitan art and the Franciscan order. On the occasion of the opening of the Diocesan Museum of Naples, which winds inside the baroque church which remained closed for many years, works of great value have returned such as the announcement and the Immaculate Conception of 1646, by Charles Mellin from Lorraine, in the first chapel on the left. ; St. Francis receiving the symbols of beatification and holiness, a rare iconography by Solimena, in the third chapel on the right; and the tender Madonna with Child by Massimo Stanzione, located in the sacristy. of Mary, model of life for Christians. Upstairs the first theme is that of the Mystery and Sacrifice of Christ, followed by that of the Martyrs and then by the consecrated life of those who have manifested the Faith through monasticism or religious orders. These themes of Christianity find formidable descriptors in painters such as Andrea Vaccaro, Paolo de Matteis and Luca Giordano; but also, in the Flemish Teodoro Derrico, in Francesco Solimena, Aniello Falcone, and Marco Pino da Siena. Furthermore, upon entering the Museum, which extends for 3000 square meters, you will be able to discover, in the Sala dei Preziosi, the rare 12th century Stauroteca guardian of a fragment of the Cross of Christ and the 14th century tempera table with a gold background, which represents a portrait of the archbishop of Naples Umberto Di Ormont. Tables, canvases, frescoes, sculptures, gold and silver so many works to admire, once closed in deposits and safes, the arrangement of which highlights the most salient moments of the chosen themes, thanks to which the Diocesan Museum becomes, according to the words of His Eminence Crescenzio Sepe point of reference both for a wise review of the believing history of the local community expressed in the form of the arts, and for an equally wise cultural reading of today. The two paths, the medieval one and the baroque one, complement each other, forming a unique synergy that leads us along the thread of the history of Neapolitan art in which to find our roots and those of our faith.